Sono preoccupato.

Si, è proprio così, sono preoccupato e ho aspettato due settimane prima di scrivere queste righe.

Sono anche deluso e amareggiato.

Questo stato d’animo è dovuto ad una profonda ingiustizia che è stata commessa nei confronti di milioni di Italiani, che non possono più lavorare. Sono stati sospesi dal lavoro senza stipendio. Anche chi lavora da casa.

Sono esclusi dal mondo del lavoro per una scelta personale, che riguarda la loro salute e che dovrebbe essere appunto una questione strettamente personale.

Non è un discorso politico quello che sto facendo, né tantomeno riguarda la salute pubblica.

Riguarda invece la solidarietà verso gli altri, il senso di umanità e comprensione, che ero convinto fosse una caratteristica molto radicata negli Italiani.

Invece vedo tante, troppe persone che non si curano di quanto sta accadendo, di diritti costituzionali calpestati, di ingiustizie alla luce del sole.

Indifferenza.

Se sei una di quelle persone colpite da queste discriminazioni, hai tutta la mia solidarietà e sono pronto ad aiutarti, ad ascoltarti, a trovare una soluzione insieme a te, a darti sostegno, ad esserti vicino.

Chiamami o scrivimi. Quando vuoi. Sarò sempre qui.

Qual è il problema per tutti gli altri e perché tutti dovremmo essere preoccupati?

Il problema è che si sta instillando, in tutto il mondo, un concetto subdolo e pericoloso.

Lo Stato può toglierti dei diritti, se non obbedisci.

Oggi è il turno di chi non ha voluto vaccinarsi, domani potrebbe essere il turno di chi non produce abbastanza fatturato, di chi ha l’auto diesel, di chi non professa la religione di Stato, di chiunque non segue esattamente quello che il governo vuole che tu faccia.

Sono temi da fantapolitica? Mica tanto.

In Cina, ad esempio, alcuni cittadini non possono prenotare un volo aereo e un posto sul treno, perché non hanno raggiunto il “punteggio” richiesto. Non sono bravi cittadini.

In pratica è come se avessero introdotto una tessera a punti e per ottenere punti devi obbedire. Se non obbedisci, niente punti e quindi niente diritti.

Ma la Cina si sa, è un mondo a parte, in Occidente questo non può accadere!

In Canada c’è in atto una protesta molto dura degli autotrasportatori. Il primo ministro che misure ha preso per contrastare la protesta? Ha bloccato i conti correnti bancari degli autotrasportatori!

Se sei un autotrasportatore, la tua attività è bloccata perché non puoi accedere ai tuoi conti. Non puoi comprare cibo per la tua famiglia.

E il Canada è un paese con una cultura europea, francese e anglosassone, abituato a gestire incomprensioni e conflitti. Ma se non obbedisci, se protesti, il Governo ti blocca il conto!

In Italia, non puoi entrare in banca o andare in posta senza un lasciapassare. In Italia, la culla della civiltà, un paese in cui abbiamo lottato per avere la libertà e la democrazia!

Presupposti pericolosi per una democrazia.

Vengo al punto.

Il mio lavoro consiste nel proteggere e tutelare il patrimonio delle persone che si affidano a me. Risolvo problemi, prima che questi problemi diventino troppo grandi.

Non poter accedere al tuo denaro, al tuo conto, al tuo patrimonio è certamente un problema e io mi impegno fin d’ora a trovare una soluzione per tutte le persone che vorranno ragionare insieme a me su questo argomento.

Oggi questo tocca direttamente solo alcune persone (qualche milione a dir la verità) ma domani a chi toccherà? A chi verrà negato un diritto inviolabile, come l’utilizzo del proprio denaro e del proprio patrimonio?

Quale sarà la prossima motivazione per impedirti di usare il tuo denaro?

Le soluzioni esistono e non sto parlando di aggirare o eludere la legge, una soluzione vera deve essere legalmente valida, altrimenti non è una soluzione.

Il mio impegno è di trovare la soluzione ideale per te, o l’insieme di strategie che portano ad una soluzione ideale per proteggere il tuo patrimonio anche da possibili blocchi del conto corrente.

Questo significa prima di tutto capire quali sono le tue esigenze e poi fornirti percorsi alternativi per risolvere il problema, sarai tu a scegliere la strada che preferisci.

Il primo passo è fissare un appuntamento con me e iniziare a parlarne. Non ti costa nulla e sono sicuro di poterti dare, già dal primo incontro, una visione diversa del problema.